Il dl Aiuti-bis non stralcia la norma che prevede una busta paga più corposa per alcuni insegnanti.
Nemmeno il tempo entrare materialmente nelle aule che la figura del “docente esperto” è già sparita da ogni terminologia scolastica. La questione ha tenuto banco per tutta l’estate, scatenando le ire di sindacati e corpo docenti, con un collega per ogni scuola con una maggiore retribuzione.
La figura del “docente esperto” con il Decreto Aiuti-bis, scompare solo nella forma, ma non nella sostanza. Infatti, tra nove anni, e dopo tre cicli di formazione triennale, 32 mila docenti su 850 mila in servizio nella scuola italiana saranno definiti “docenti stabilmente incentivati” perché percepiranno l’«una tantum» di 5.650 euro oltre il loro stipendio.
Un cambio di nome, ma non di guadagno, dovuto a un emendamento aggiunto nel Dl aiuti, che porterà dietro di sé nuove polemiche da gran parte del mondo scuola.
“Avremmo preferito uno stralcio totale della norma – commenta il sindacato GILDA – ma troviamo comunque positivo che il Parlamento abbia deciso di cancellare la qualifica di docente esperto, una dizione che aveva assunto un sapore grottesco, dato che nessuno si era preoccupato di specificare in quali materie sarebbero dovuti essere esperti questi insegnanti”.
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