“Tutti i precari in cattedra con 180 milioni di euro”, la proposta di D’Aprile (Uil) a Valditara

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I fondi si troverebbero grazie al Pnrr. Cifre alla mano, però, sarebbero appena 715 euro per ogni precario.

La richiesta è di quelle intriganti, e arriva direttamente dalla Uil Scuola. La sigla sindacale, infatti, ha presentato uno studio al neo-ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in merito alla stabilizzazione dei 252mila precari che affollano il mondo scuola. L’idea è l’investimento di 180 milioni l’anno sull’istruzione, ovvero 715 euro ogni precario. Cifra abbastanza misera, per usare un eufemismo.

“Sono 30 i miliardi di euro del PNRR per la missione 4.0 destinata a istruzione e Ricerca; 33 i miliardi di euro dell’ultima manovra Finanziaria: i numeri della finanza pubblica – spiega Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua – mostrano impegni di spesa indirizzati a dare sicurezza al sistema scuola e a sostenere il sistema Paese. Capitoli strutturali che non sono destinati alle persone che nella scuola lavorano ogni giorno”.

“Cifre alla mano – prosegue il segretario generale Uil Scuola Rua – l’immissione in ruolo dei 252.157 precari comporta una differenza di spesa di € 180.345.425,04 milioni all’anno. Cifra all inclusive che porterà un beneficio non solo in termini di continuità didattica ma vantaggi ben più ampi. E’ chiaro a tutti che contratti stabili offrono possibilità concrete alle persone: dalla possibilità di acquistare una casa al progettare stabilmente. Consentono di pensare al futuro”. 

“La stabilità economica – conclude D’Aprile – porta indubbi benefici anche come stabilità contributiva, che si ripercuote anche sulla gestione previdenziale attuale e futura. La stabilizzazione, come d’altronde il rinnovo del contratto scuola, diventa volano di crescita per l’intera economia del Paese, per cui stabilizzare comporta un doppio vantaggio: il primo certezza di una scuola con il personale in servizio già dal primo di settembre e un’economia che trova un nuovo slancio derivante dagli oltre 200 mila precari che iniziano a vedere un possibile futuro certo”.

 

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