Continuano a scorrere fiumi di polemiche sul rientro a scuola dei docenti No Vax, che dal primo aprile potranno ritornare nelle loro sedi nonostante verrà vietato loro di insegnare e verranno utilizzati per svolgere altre mansioni fino alla cessazione dell’obbligo vaccinale. Già il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonelli Giannelli, si era detto contrario aa questo escamotage che beffa coloro che hanno sempre rispettato le regole. Anche dal mondo politico sono arrivate diverse critiche, con gli esponenti del Movimento 5 Stelle della Commissione cultura della Camera dei Deputati che hanno parlato di eccessiva vaghezza del decreto.

Ora sono i sindacati a scendere in campo e a dire la loro sul ritorno a scuola, ma non in classe, del personale docente. Sono circa 4 mila i professori non vaccinati ed alcuni sindacati parlano di un totale di 10 mila persone che hanno scelto di non vaccinarsi nella scuola, comprendendo personale Ata e di segreteria.

La FLC CGIL si è espressa in modo chiaro: “Vengono sottratti dal fondo di istituto molte risorse: si prendono cioè alle scuole. E questo senza tener conto che tali risorse sono già state oggetto di programmazione didattica e di contrattazione, e dunque già impegnate per altre attività”. 

” E’ un provvedimento ambiguo e quasi impraticabile – fanno sapere dalla CISL – che rischia di creare problemi e disparità di trattamento tra il personale che si è regolarmente sottoposto alla vaccinazione, in molti casi non a cuor leggero, e chi invece non lo ha fatto. Credo poi che occorra considerare con grande attenzione la situazione dei lavoratori fragili, per i quali non sono prorogate le norme di tutela, pur in un contesto di contagi che non calano, anzi tendono ad aumentare. Inaccettabile infine – conclude – che i 14milioni per pagare i supplenti del personale utilizzato in altri compiti siano sottratti alle risorse contrattuali destinate alla valorizzazione dei docenti”.