Invalsi, Barbacci (Cisl scuola): “Ripartiamo da questi dati per interventi efficaci”

Migliori scuole d'Italia, ecco la classifica degli istituti

“Necessario intervenire in un’ottica di sistema”, spiega la segretaria generale della sigla sindacale.

I numeri, quelli che hanno sempre l’ultima parola, parlano chiaro: le Invalsi hanno (nuovamente) certificato un’Italia scolastica che va a due velocità. Se le carenze, a Nord, restano anche nel post pandemia, il Sud arranca ancor di più con numeri horror. Roba che il 60% degli studenti del Mezzogiorno, che hanno affrontato la Maturità, non ha le competenze base di Italiano. Peggio ancora in matematica, con la percentuale che aumenta al 70%.

A commentare questi risultati ci ha pensato Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl scuola. “Una priorità su cui occorre un’azione convergente della scuola e di tutti i soggetti – sottolinea la sindacalista – a partire dalle autonomie locali, che ne devono sostenere attivamente l’impegno, impossibile da reggere nella condizione di isolamento in cui troppo spesso le istituzioni scolastiche si trovano ad agire”.

L’incidenza dei fattori di contesto, il cui impatto si riflette molto chiaramente sugli esiti delle rilevazioni, sottolinea come sia indispensabile intervenire con politiche di respiro più ampio, non circoscritte al solo ambito dell’istruzione: se questo non avviene, rischia di essere compromessa anche l’efficacia delle risorse assegnate alle scuole, che non bastano da sole – se ne ragiona proprio in questi giorni – a garantire il successo delle azioni di contrasto alla dispersione scolastica”.

“È indispensabile  – prosegue – operare in un’ottica di sistema, nella quale i dati elaborati dall’Invalsi non siano il punto di arrivo, utile a stilare classifiche a uso e consumo mediatico, ma il punto di partenza per aggredire e risolvere le criticità rilevate: un’esigenza che chiama in causa diversi livelli di responsabilità, da quelli di governo centrale fino ad arrivare a ogni singola istituzione scolastica, per la quale anche quei dati dovrebbero rappresentare un elemento importante di conoscenza e consapevolezza dei problemi”.

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