Istituti italiani mobilitati per l’accoglienza, ma servono mediatori linguistici.
Sono in migliaia i profughi ucraini che stanno arrivando in Italia per sfuggire dal conflitto armato che si sta scatenando nella loro terra. Tra di loro ci sono tanti minori vogliosi di continuare il percorso didattico, almeno per ricostruire una piccola bolla di normalità in una situazione che di normale ha poco o nulla. Ecco dunque che le scuole italiane sono pronte ad aprire le porte ai bambini e ragazzi ucraini per questa parte finale dell’anno scolastico.
“La ricaduta del dramma ucraino comincia a farsi sentire sulle scuole, ma la situazione è sotto controllo – ha commentato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi all’Adnkronos– Sebbene i numeri dei flussi in entrata siano noti solo alle Prefetture, abbiamo contezza del fatto che molte scuole, soprattutto nelle regioni del Nord-Est, sono alle prese con la prima accoglienza di bambini e ragazzi che fuggono dalla guerra”.
“Certamente occorrerà curare, in collaborazione con gli enti locali e le associazioni, la mediazione linguistica e culturale, l’accoglienza scolare, l’alfabetizzazione. Ma la scuola italiana, anche in questa occasione, c’è. Le pratiche inclusive sono il nostro fiore all’occhiello. Le procedure di iscrizione possono intervenire in qualunque momento dell’anno, ovvero quando essi arrivano in Italia. La nuova emergenza, non sta cogliendo impreparate le scuole. Molte di esse, infatti, sono già abituate, specie in alcuni territori ad accogliere gli alunni stranieri che arrivano in Italia a seguito degli eventi drammatici dei loro paesi di provenienza”.
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