Bollette aumentate del 60%. La politica cerca una soluzione per contenere i costi nelle scuole.
Non riesce a riscuotere entusiasmo la proposta avanzata dal vicepresidente della Provincia di Verona, David Di Michele, di una settimana corta nel mondo scuola per contenere i costi delle bollette relative al consumo energetico. Il vicepresidente aveva in mente di mandare gli alunni degli istituti superiori e licei a scuola fino al venerdì, così da poter evitare un salasso a livello di costi.
L’ipotesi, però, non scalda gli animi dei dirigenti scolastici intervistati dal “L’Arena”. “L’emergenza ripropone un tema già trattato più volte. Francamente però, per noi, ora è già tardi – spiega Roberto Fattore, preside del liceo “Maffei” -. Vanno rimessi in gioco gli orari dei docenti ma soprattutto l’organizzazione didattica. Alcune materie richiedono, per propria natura, una distribuzione più distesa. Contrarre la settimana potrebbe equivalere al trovarsi con verifiche di latino e greco da un giorno all’altro: non propriamente una passeggiata di salute, anche per lo studente più «secchione».
“Il problema investirebbe soprattutto i molti nostri studenti in arrivo dalla provincia – spiega Irene Grossi, dirigente dell’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Giorgi” –. Una parte consistente della didattica è affidata alle ore di laboratorio. Già il finire della lezione alla sesta ora mette alcuni in difficoltà nel rientro a casa. Si tratterebbe, nell’eventualità, di ripensare da zero l’organizzazione, anche per i docenti. Da qui a settembre? Ci sarebbe di che ridere, o piangere. Fatta salva la responsabilità civica certe scelte dovrebbero essere organizzate”.
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