Sciopero 30 maggio, ecco le ragioni del personale ATA

Sciopero 17 novembre 2023

Dalla poca considerazione in materia sindacale al contratto di lavoro. Ecco perché anche il comparto ATA aderirà alla protesta.

Rischio paralisi per il mondo scuola italiano, a una manciata di giorni dal traguardo del termine delle lezioni in gran parti degli istituti nazionali. Il prossimo 30 maggio, infatti, docenti e personale ATA scenderanno in piazza per uno sciopero nazionale che potrebbe portare non pochi disagi all’interno delle scuole italiane.

Ma perché anche il personale ATA parteciperà alla manifestazione? A chiarirlo è un’esaustiva nota della CGIL: “A distanza di qualche giorno dal voto per il rinnovo delle RSU – scrive la CGIL –  che ha visto un milione di lavoratori eleggere i propri rappresentanti e confermare piena fiducia nella FLC CGIL, il Governo ha deciso di procedere unilateralmente per decreto legge (DL 36 del 30 aprile 2022) su tematiche riguardanti la scuola senza coinvolgere i sindacati, operando un’inammissibile invasione di campo in materie, come salario e carriera, di esclusiva competenza del Contratto e sottraendo risorse contrattuali per finanziare provvedimenti che mortificano tutto il mondo della scuola.

In questo quadro va rimarcata ancora una volta la totale assenza di considerazione nei confronti del ruolo fondamentale che il personale ATA svolge all’interno della Comunità educante. Un ruolo che è stato stralciato da qualsiasi provvedimento in corso di approvazione.

La conversione senza modifiche di questo decreto non avrà effetti negativi solo sul personale docente, ma ridurrà l’efficacia di tutta la contrattazione nazionale in sede di rinnovo del Contratto, poiché con questo provvedimento sono state scippate risorse contrattuali dal FIS, facenti parte della massa salariale da contrattare.

In questo modo si è creato un vulnus sulla capacità di poter intervenire al tavolo delle trattative per rivalutare, nel loro complesso, le retribuzioni di tutti e sottraendo, quindi, spazi di autonomia su salario, valorizzazione e formazione. Questo riguarda tutti: docenti, educatori ed ATA.

Con questa mobilitazione rimarchiamo il nostro netto dissenso contro il DL 36/22, per ottenerne radicali modifiche e rivendicare la devoluzione di tutte le materie che incidono sul rapporto di lavoro al rinnovo del contratto, scaduto oramai da tre anni e, per il quale, chiediamo l’immediato avvio delle trattative.

È in tale sede che va ricondotto anche il confronto sui percorsi di valorizzazione professionale per tutti, per i quali è, comunque, indispensabile l’investimento di specifiche risorse aggiuntive per rispondere all’emergenza salariale, poiché quelle già destinate non sono sufficienti a compensare l’erosione netta del potere di acquisto dei salari a causa della ripresa dell’inflazione, dovuta al doppio impatto di pandemia e guerra. Con la mobilitazione e lo sciopero intendiamo restituire dignità economica e professionale al personale ATA che percepisce gli stipendi tra i più bassi e, le cui medie retributive, sono le più modeste in assoluto del comparto della PA”.

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