Reclutamento docenti, 60 CFU e laurea abilitante

Entro fine mese, il Governo ha intenzione di inserire la riforma riguardo le lauree abilitanti in un decreto: le ipotesi.
 

Secondo il piano del Ministro Bianchi sul reclutamento, per diventare insegnante nei prossimi anni bisognerà abilitarsi, ma cosa significa? Secondo le ipotesi, si dovranno acquisire 60 crediti universitari nel settore pedagogico, di cui 24 dovranno essere ottenuti tramite tirocinio, per avere un primo approccio pratico alla professione di docente.

Secondo il piano Bianchi, chi frequenta l’università e vuole diventare insegnante, quindi, dovrà acquisire obbligatoriamente questi 60 crediti. Per la scuola secondaria questo cambiamento significherebbe dare un percorso già indirizzato verso l’insegnamento, come quanto succede con la scuola primaria e dell’infanzia, dove per accedere bisogna ormai avere la laurea in scienze della formazione primaria, che è già titolo abilitante per accedere ai concorsi o iscriversi in graduatoria.

Dopo aver ottenuto l’abilitazione tramite i 60 crediti, si potrà accedere ad un concorso semplificato, anche nell’ottica della riforma dei concorsi pubblici voluti dal Ministro della Pubblica amministrazione Brunetta.

Il concorso dovrebbe essere strutturato con una sola prova scritta a risposte chiuse e chi lo superasse passerebbe all’anno di formazione e prova, che prevede una valutazione finale. In seguito alla riuscita di questa, si avrà la conferma di ruolo.

Per quanto riguarda i docenti precari, sempre in tema di abilitazione, si dovrebbe procedere con uno sconto di crediti, eliminando il tirocinio e raggiungendo così i 36 crediti. Per i precari, inoltre, è in ballo il concorso straordinario abilitante, bandito nel 2020 e che potrebbe partire nei primi mesi del 2022.

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