Proteste studentesche, si conclude l’autunno caldo dell’istruzione

Sciopero 17 novembre 2023

Occupazioni scolastiche al 37%. Proteste per edifici fatiscenti e manovre del Governo Meloni.

E’ stato un autunno di mobilitazioni, scioperi e proteste quello che si avvia alla conclusione. I dati sono stati snocciolati dall’Agenzia Ansa, con un report pubblicato nella giornata odierna. Nello studio sono stati interpellati cinquemila studenti delle scuole secondarie di Secondo Grado. Tre studenti su dieci hanno ammesso che da settembre ad oggi, nelle proprie scuole, c’è stata almeno una qualche forma di azione organizzata. Un’occupazione, un’autogestione o uno sciopero.

In un caso su due, inoltre, se non si è arrivati alla mobilitazione generale, è stato imbastito un dissenso “morbido”; con lettere indirizzate a dirigenti o al ministero, o anche assemblee studentesche.

Nell’ultimo autunno c’è stato il 37% di occupazioni studentesche degli istituti. Seguono, al 33%, le co-gestioni. Poco più indietro si trovano le autogestioni, al 30%. A prendere parte attiva alle proteste sono stati almeno sette studenti su dieci dei cinquemila intervistati. Solo una minoranza (39%) lo ha fatto per una precisa volontà di far sentire la propria voce. La platea più consistente lo ha fatto per condividere l’esperienza con i propri compagni (48%) o per prendere parte a qualcosa di nuovo, di diverso (13%).

Per quanto riguarda le astensioni, il 23% ritiene che le mobilitazioni siano una perdita di tempo, mentre il 20% ne ha approfittato per recuperare con lo studio. A uno studente su cinque è stato impedito dai genitori, uno su dieci ha avuto paura della reazione dei docenti

Quasi la metà degli studenti, il 45%, dice che la protesta è montata soprattutto per gli edifici fatiscenti in cui sono costretti a fare lezione. Più in generale, in quasi 8 casi su 10 la voce è stata alzata per segnalare in primis questioni interne alla scuola; solamente il 22% riporta invece che l’obiettivo sono state le politiche del Governo, sulla scuola ma anche su altre questioni d’interesse per i giovani. Proteste che, secondo il parere di 1 studente su 3, possono dirsi andate a buon fine, visto che dopo qualcosa è cambiato o perlomeno è stato promesso che avverrà.

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