Patria e rispetto, le basi della nuova scuola secondo il Ministro Valditara

Molise, il calo demografico colpisce le scuole: 675 alunni in meno nelle classi. Crisi anche per docenti e ATA

Il ministro si è espresso anche sulla questione del merito: “Ho avvertito la reazione di chi, nei fatti, accetta la cristallizzazione della società in uno schema quasi castale, senza capire che il merito consiste nella valorizzazione dei talenti di ognuno”.

In una lunga intervista rilasciata al quotidiano Libero, il nuovo ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha ribadito quelli che saranno i concetti chiave del mondo scuola nei prossimi anni del suo mandato. Al centro vi sono soprattutto il rispetto della figura del docente e il riconoscimento del sentimento verso la patria.

“È importante che i giovani tornino a riflettere su alcune date simboliche della nostra storia nazionale – esordisce il Ministro -. La nostra identità non può prescindere da ciò che ha rappresentato il Risorgimento. C’è da preservare e rivalutare il concetto di ‘appartenenza’, di ‘patria’, senza cadere, naturalmente, in quello di nazionalismo che del patriottismo è la degenerazione. Senza consapevolezza di ciò che ci appartiene, del nostro passato, rischiamo una società frammentata, disgregata”.

“Nella scuola è saltato da tempo il riconoscimento dell’autorevolezza dei docenti – prosegue Valditara -. Dobbiamo ripristinarla nella società e nelle classi. Assistiamo ad una delegittimazione del docente che, in qualche cosa, parte dalle famiglie. Quando andavo a scuola io, a cavallo degli anni ’70, e ricevo una nota o un brutto voto, i miei genitori si mettevano sempre dalla parte degli insegnanti. Per converso anche i docenti devono avere sempre il senso della propria professione, mai tradendola con parole o comportamenti che non siano consoni alla loro straordinaria missione educativa”.

“Trovo che ci sia un atteggiamento prevenuto sul merito – conclude Valditara -, ovvero di involontaria accettazione di una società classista dove chi nasce povero continua ad essere povero. Ho avvertito la reazione di chi, nei fatti, accetta la cristallizzazione della società in uno schema quasi castale, senza capire che il merito consiste nella valorizzazione dei talenti di ognuno, in una scuola che tiri fuori e valorizzi la ricchezza che c’è in ogni studente”.

 
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