Cambia tutto e in modo radicale. Il percorso per arrivare alla cattedra viene nuovamente rimodellato. Oggi ai sindacati verrà presentata la bozza del nuovo decreto che porterà alla riforma scolastica per le immissioni in ruolo, proprio mentre si conclude un Concorso Ordinario che lascerà dietro di sé veleni e delusioni.

Innanzitutto non basteranno più i famosi 24 CFU per accedere all’insegnamento. Infatti, ora, sono previsti almeno 60 CFU, di cui 30 di tirocinio da fare prima o dopo il Concorso per la cattedra o l’abilitazione. Requisiti che non saranno necessari per tutti coloro che hanno alle spalle almeno 36 mesi di insegnamento. Una decisione che rischia di lasciare a piedi decine di migliaia di docenti precari che da meno di tre anni hanno intrapreso il percorso dell’insegnamento.

Resta poi l’anno di prova, una volta superato il concorso prima di poter diventare professori di ruolo a tutti gli effetti. Insomma, le strade principali per diventare docenti saranno 3: quella che prevede 60 crediti da dividere in 30 da acquisire attraverso lo studio e 30 attraverso il tirocinio nelle classi. Si tratta di esami di ambito antropologico, psicologico e pedagogico a scelta dello studente e secondo la disponibilità dell’Ateneo in cui studia. La seconda possibilità, che permette – nel caso il concorso sia bandito quando lo studente non ha ancora finito l’acquisizione dei crediti aggiuntivi – di concorrere lo stesso e di rinviare il solo tirocinio dopo il concorso, e prima ovviamente dell’anno di prova.