Insormontabile lo scoglio che impone ai neoassunti la permanenza nella sede assegnata. Fumata nera nella trattativa.
Nessun accordo raggiunto per quanto riguarda la Mobilità 2023/34. Salta tutto, nonostante lo sforzo e l’impegno profuso dalle sigle sindacali e le ripetute interlocuzioni politiche. Non si è riusciti a trovare un punto di incontro, una mediazione, che ha portato a un verbale di mancato accordo nella trattativa.
Non è stato possibile, infatti, rimuovere alla radice la questione dei vincoli intervenuti per via legislativa, nonostante il complesso delle norme recenti sia molto incerto e senza riferimenti solidi. In particolare, non si è riusciti a superare lo scoglio che detta l’obbligo a permanere in sede per quanto riguarda i neoassunti 2022/2023.
La soluzione proposta era di consentire l’accesso ai movimenti 2023/2024 a tutti i docenti, sia neo-immessi sia neo-trasferiti, nell’attesa di definire la materia in sede di CCNL. Lo spettro del possibile contenzioso in un contesto così “indecifrabile”, quindi soggetto a giudizio, avrebbe avuto gravi ricadute sugli esiti.
Nonostante il serrato confronto, la posizione comune non si è trovata: per accelerare il cronoprogramma e far fronte ai tempi, il Ministero ha presentato alle organizzazioni sindacali l’Ordinanza Ministeriale che regolerà la prossima mobilità docenti e ATA a.s. 2023/2024 congelando, così, ogni integrazione al testo del CCNI vigente.
Tutto sfumato.
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