Si è aperto il dibattito sulla nuova denominazione dell’ex Ministero dell’Istruzione. Dubbi e polemiche sul termine “merito”.
E’ un dibattito aspro quello che si è aperto in merito alla nuova denominazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, arrivata con il nuovo Governo Meloni. Dai dirigenti, fino agli insegnanti. Chi è pro e chi è contro all’inserimento del termine “Merito”. Anche il dibattito politico si è acceso sul tema, specie tra il segretario Cgil, Maurizio Landini, e il leader di Azione, Carlo Calenda.
“Trovo sia sbagliato – spiega Landini -, quando parliamo di istruzione in un Paese dove c’è questo livello di diseguaglianze, introdurre la parola merito: rischia di essere uno schiaffo in faccia per chi può avere tanti meriti ma parte da una situazione di diseguaglianza. Bisogna mettere le persone nella condizione di dare il meglio di sé e quindi di avere le stesse possibilità“.
“Il merito è l’unico antidoto a una società classista o a una società appiattita sull’ignoranza – replica Calenda -. Come realizzare il merito in modo giusto è un dibattito difficile e interessante, rifiutarne il principio è assurdo e antistorico”.
“Questa presa di posizione di Landini è incredibile – prosegue Calenda -. In nessun paese del mondo il segretario del principale sindacato si dichiarerebbe contro il merito come principio. Questa posizione ideologica spiega perché la Cgil è stata spesso negli ultimi anni un freno alla modernizzazione del paese. Spero che Cisl e Uil prendano le distanze”, conclude.
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