Mancano i dirigenti: 58 scuole pugliesi si divideranno i presidi. Scoperte oltre 500 cattedre

Occupazione giovanile

Il blocco delle assunzioni del Mef porterà più istituti ad avere una sola figura dirigenziale di riferimento.

E’ allarme presidi in Puglia, con addirittura 58 istituti che si vedranno costretti a “dividersi” il proprio dirigente. Infatti, a causa del blocco delle assunzioni varato dal Mef, un unico preside si vedrà “costretto” a gestire più di una scuola. Un compito retribuito, certo, ma che porta con sé anche meno attenzione (dato fisiologico) al singolo istituto da dover curare. A denunciare una situazione sempre più insostenibile sono le varie sigle sindacali.

Domenico Maiorano della Cisl Scuola spiega, “Molte scuole avranno un dirigente in reggenza. Non ci sarà quindi un dirigente di riferimento, ma solo una figura gestirà una determinata scuola. Nella sola provincia di Bari sono 17 le scuole in reggenza di un solo preside, 14 a Brindisi, 14 a Foggia, 3 a Lecce e 10 a Taranto“.

I problemi, però, non si fermano solo all’assenza dei dirigenti scolastici. Sono oltre 500 le cattedre scoperte in tutta la regione, dove (e’ necessario ricordare) alcune classi di concorso hanno visto nell’ultima selezione del comparto docente meno ammessi rispetto alla richiesta (su tutte l’esempio lampante è l’A-22).

“Anche quest’anno – sottolinea Flc Cgil Puglia il sindacato riferendosi alla condizione del personale docente – le graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) sono state pubblicate piene zeppe di errori a causa, tra le altre cose, sia di un sistema informatico con algoritmi non sempre precisi nella programmazione, sia di indicazioni sulla compilazione non sempre chiare. Se a questo aggiungiamo che, per la cronica carenza di organico, gli uffici scolastici provinciali e regionale devono avvalersi della collaborazione di 120 scuole per la valutazione delle domande con una formazione carente, se non inesistente, e un riconoscimento economico irrisorio, erogato con forte ritardo, il quadro si completa con un esito scontato: numerosissimi contenziosi per nomine fatte su graduatorie per lo più falsate a causa di erronee attribuzioni di punteggi relativi ai titoli di studio e al servizio”.

“Se a livello nazionale a Nord si perdono anche per il 2022/23 decine di migliaia delle 94.130 assunzioni a tempo indeterminato – prosegue la sigla sindacale – in Puglia, secondo i nostri calcoli, a fronte di un contingente previsto di 5.015 nomine in ruolo, sono più di 500 i posti in ruolo non attribuiti che andranno a supplenzeCiò anche a causa dell’alto numero di bocciati in prove a quiz di stampo puramente nozionistico e spesso anche errati nell’impostazione che hanno contribuito all’incremento del contenzioso”.

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