Le spararono in aula con pistola giocattolo: lo sfogo della docente umiliata

Formazione personale scolastico, la Uil Scuola boccia la riforma

La professoressa aveva pensato di lasciare l’insegnamento.

“Da quel giorno e io non riesco più a tornare quella che ero. Sono cambiata, mi sono chiusa, non riesco a insegnare come prima”. E’ lo sfogo di Maria Cristina Finatti, l’insegnante di Scienze colpita da alcuni studenti con pallini sparati con una pistola ad aria compressa all’istituto tecnico industriale Viola Marchesini di Rovigo. Dopo circa tre mesi, racconta di come ora gli studenti le facciano paura, e non solo i responsabili di quell’episodio, ma tutti.

“Devo, però, ammettere che ci sono molti altri studenti che mi sono vicini”, racconta al Corriere. In questi giorni, la docente ha fatto sapere di avere denunciato tutta la classe. “L’ho fatto per difendere la mia dignità – annuncia – e quella dei miei colleghi, ma soprattutto perché è stato oltrepassato un confine. La querela è stata presa anche per tentare di rompere il clima di omertà di quella classe”. Quel giorno, infatti, nessuno l’aveva difesa. “Qualcuno dovrà far loro capire che hanno sbagliato: ha sbagliato chi ha sparato e chi si è messo sotto l’ala protettrice dei violenti”.

L’aggressione è avvenuta a ottobre dell’anno scorso. I ragazzi l’avevano colpita ben due volte e la docente aveva riportato una ferita all’occhio e un’altra alla testa. Il tutto era stato filmato e condiviso su TikTok. Ma l’accaduto ha cambiato il suo modo di percepirsi insegnante. “Sto cercando di risollevarmi, ma è faticoso, è come se si fosse rotto qualcosa, insegno da oltre vent’anni, ora non mi sento più la stessa”, racconta Finatti. E racconta anche di non aver ricevuto alcuna scusa da studenti e genitori, salvo uno di questi ultimi. Anzi, qualche studente le avrebbe “rinfacciato di non essere una buona insegnante perché non so tenere tranquilla una classe»”. La solidarietà è invece arrivata dai colleghi. Finatti rivela anche di aver pensato di lasciare quella scuola, ma poi ha cambiato idea. Perché – ha spiegato – “non voglio darla vinta ai genitori e ho molti altri studenti. Sono loro che mi salveranno”.

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