“Ingestibile in gita”, studente autistico lascia la scuola dopo l’esclusione dal viaggio in Spagna

Graduatorie ATA

Niente soggiorno all’estero per l’alunno. Triste storia in una scuola di Roma.

Niente viaggio d’istruzione in Spagna per uno studente autistico diciassettenne che frequenta un liceo di Roma. La causa sarebbe da ricercare nella difficile gestione del ragazzo in aereo e a Siviglia, meta della classe che Edoardo (questo il nome del ragazzo) che frequentava e che ha abbandonato dopo essere stato escluso dalla gita. A riportare la notizia è Repubblica, che racconta la triste vicenda dell’alunno diciassettenne a cui è stato negato lo stage linguistico.

Alla classe, un secondo liceo, è stato proposto un soggiorno presso delle famiglie spagnole con frequenza mattutina in una scuola di Siviglia. Ma a Edoardo tutto ciò sarebbe stato negato. “Il suo è un caso particolare e delicato – spiegano i docenti a Repubblica -, ci rendiamo conto del senso di frustrazione della famiglia”.

La madre del ragazzo si era offerta di accompagnare suo figlio, ma è stato lo stesso ragazzo a rifiutare questa soluzione alternativa. Il ragazzo ha scartato l’ipotesi di una gita assieme alla madre e ha lasciato la scuola.

“Il nuovo docente di sostegno – racconta la mamma a Repubblica – incapace di gestire ogni tipo di problematica, aveva paura di mio figlio e lui lo percepiva, tanto che solo alla sua vista iniziava ad agitarsi, provocando grande confusione in classe e con l’inevitabile rientro a casa contro la sua volontà”. A seguito di alcuni colloqui con l’Istituto e le lettere inviate al MIM, arriva una nuova docente di sostegno con la quale, evidenzia la famiglia, Edoardo non trova serenità: “Ha continui episodi rabbia che costringono i docenti a chiamare più volte i parenti per riportarselo a casa. Docenti, quelli del liceo linguistico, che – spiega sempre la mamma di Edoardo – non riescono a far lezione e che hanno paura di stare alla lavagna di spalle quando lui è in classe, che hanno paura a rapportarcisi, che non è portato per le lingue e che è triste quando è in aula”.

“Ha sempre – spiega a Repubblica la preside dell’Istituto – cercato di fare rete con la famiglia, anche quando i docenti hanno ricevuto calci, ceffoni e sputi dal ragazzo, gesti ovviamente inconsapevoli”.

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