I presidi non ci stanno: 600 firme e lettera al Governo per rinviare il rientro in classe

Crescono i contagi ma l’esecutivo non torna indietro: niente Dad.

La curva dei contagi aumenta, anche i ricoveri, Omicron cresce tra i giovani ma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi non vuole sentire ragioni: tutti in classe al 100%. La preoccupazione nel mondo scuola, però, è palpabile e già 600 dirigenti scolastici (e il numero è destinato ad aumentare) hanno firmato una lettera indirizzata al Governo per far slittare il rientro in classe a dopo il 31 gennaio e proseguire nei prossimi 20 giorni con la didattica a distanza.

Tra i firmatari c’è Laura Biancato, preside dell’Einaudi di Bassano del Grappa, “Dirigente dell’anno 2021” secondo “Your Edu Action”. La lista è lunga e in costante aggiornamento, e raggruppa dirigenti scolastici di tutta la penisola che chiedono al Governo di tornare sui propri passi. Un appello urgente per la ripresa delle lezioni a distanza per le prossime due settimane. Un modo per disinnescare un altro boom di contagi.

“Da due anni – scrivono – lavoriamo incessantemente per garantire un servizio scolastico gravemente provato dalla pandemia, ma a pochi giorni dalle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione all’escalation del contagio”.

“Si parla di numeri altissimi – prosegue la lettera – mai visti prima. Se sottovalutati porteranno a insolubili problemi, fino al potenziale rischio di non poter riaprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza al personale. Il protocollo di gestione dei casi grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con prolungato isolamento di studenti e personale”.

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