Arriva da due sentenze dei tribunali abruzzesi (Chieti e Lanciano) la conferma dell’attribuzione di punteggio al docente anche in caso di errore dell’assegnazione della supplenza. L’ultima è datata 6 dicembre 2021, ed arriva proprio dalla casa giudiziaria di Lanciano. Infatti nessuna disposizione prevede la non valutabilità del servizio in questi casi. Un argomento sul quale si è espresso più volte anche l’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana lo scorso marzo. Quest’ultimo, con una nota ufficiale, ha chiarito che in caso di errori nell’attribuzione delle supplenze da parte delle scuole va riconosciuto il punteggio per il servizio prestato.

Il Direttore Generale dell’USR Toscana, Ernesto Pellecchia, nel diramare la nota, ha poi aggiunto che “il servizio effettivamente prestato in virtù di un rapporto di lavoro, successivamente oggetto di risoluzione o recesso da parte della scuola, in conseguenza di una rettifica del punteggio e del conseguentemente riposizionamento in graduatoria, per cause non addebitabili all’interessato, produce effetti anche ai fini giuridici ed economici, per il periodo in cui vi è stata regolare prestazione lavorativa”.

Un fenomeno, quello delle supplenze errate, che spesso accade a causa della confusione delle segreterie dei singoli istituti. Molte scuole erroneamente accompagnano alla risoluzione del contratto la precisazione che il servizio reso è valido ai soli fini economici, dunque non dà diritto ad alcun punteggio, ma né il DM n. 640/2017, né l’Ordinanza n.60/2020 prevedono tale conseguenza, in caso di errori della scuola. Il D.M. n. 640/2017, che disciplina l’assegnazione delle supplenze al personale Ata, prevede la non valutabilità del servizio, in caso di “dichiarazioni mendaci”, oppure qualora il servizio sia stato reso in mancanza del prescritto titolo di studio.