Diciassette docenti di sostegno in dieci anni, la madre ritira l’alunno dalla scuola

Il ragazzo studierà da casa con l’aiuto della madre. Amarezza da parte del dirigente dell’USR Puglia.

E’ una notizia amara quella di un ragazzo 16enne, affetto d”autismo, che quest’anno lascerà la scuola a causa di una miriade di docenti di sostegno cambiati durante il suo percorso scolastico. Accade a Bari, dove la madre del ragazzo ha deciso di ritiralo dall’istituto. Il motivo? I diciassette docenti di sostegno che il ragazzo ha avuto in dieci anni di scuola (ovvero dall’inizio della prima classe della Scuola Primaria di II grado).

“Andando contro ogni principio di buon senso e di inclusione sociale, quest’anno il ragazzo resterà a casa invece di andare a scuola – ha scritto la donna sul proprio profilo Facebook–. Ci siamo arresi alla scuola parentale”. Un post che risale al 15 settembre scorso, la madre si sofferma sulla “sconfitta del sistema, prima ancora che nostra, ma sempre sconfitta è. Tenerlo a casa per proteggerlo dalla scuola, con molta, molta amarezza, ma ci siamo giocati pezzi di salute e di benessere psichico troppo importanti in questi anni. Brindiamo idealmente al sistema scolastico inclusivo “più bello del mondo”: noi ci siamo arresi. In bocca al lupo a chi resiste”.

“Sottolineo solo che non è una scelta ma una resa necessaria per cercare nuove strategie – spiega la donna sulla piattaforma social–. Talvolta le battaglie si perdono ma questa è una guerra che durerà tutta la vita. Quindi nulla è deciso per sempre. Però i genitori dei ragazzi con disabilità sanno che queste battaglie si combattono sulla pelle dei loro figli. Ho sacrificato troppo Jacopo ai principi indiscutibili di un sistema inclusivo in cui ho sempre creduto come insegnante, prima di tutto. Jacopo ama andare a scuola. In questi giorni ha tirato fuori lo zaino. Togliere quel poco di socialità tra pari, anche il solo vederli all’entrata e all’uscita, è una lama nel fianco, ma sopporteremo anche questa e faremo il meglio che ci è possibile”.

“Assistiamo inoltre ad una scuola in cui i docenti di sostegno in molti casi si limitano alle funzioni di badante – ha aggiunto la donna -. Così non può essere. La scuola ha bisogno di professionalità formate e non di chi sceglie l’insegnamento come ripiego”.

Sull’argomento è intervenuta anche Giuseppina Lotito, intercettata dal quotidiano La Stampa, dirigente dell’ufficio scolastico regionale Puglia per la provincia di Bari: “Vorremmo che tutti i docenti di sostegno fossero esperti. Man mano l’amministrazione centrale sta migliorando questo rapporto tra non specializzati e specializzati. Quest’anno sono entrati in Puglia 500 specializzati, certamente pochi ma stiamo migliorando”.

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