Certificati medici per false malattie: docente indagata a Rimini

Rinviata a giudizio l’insegnante. L’accusa è di truffa ai danni dello Stato.

Attestazioni di false diagnosi. Su questa pista opera la Guardia di Finanza di Rimini, coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, riguardo alle indagini che vedono coinvolta una docente di 30 anni e due medici curanti. La procura di Rimini, per loro, ha chiesto il rinvio a giudizio, poiché indagati in concorso per truffa ai danni dello Stato. I professionisti, con attestazioni di false diagnosi, avrebbero permesso alla docente di giustificare l’assenza dal servizio per lunghi periodi.

La donna, tra il 2019 e 2022, aveva ricevuto diversi incarichi a tempo determinato nel ruolo di supplente ma, secondo l’accusa, avrebbe prodotto una serie di certificazioni mediche per non presentarsi in cattedra. Certificazioni firmate proprio dai due medici che sono indagati per concorso per truffa. I dottori avrebbero diagnosticato e prescritto anche terapie salvavita per i più svariati sintomi.

Mesi di assenza giustificati da gennaio a maggio, per poi tornare in cattedra puntualmente a settembre dopo aver percepito comunque regolare stipendio e accumulato punteggio in graduatoria. Secondo le indagini della Guardia di Finanza la docente avrebbe così truffato lo Stato del proprio stipendio da insegnante per una somma di quasi 50mila euro.

Circa 35 certificati medici sono stati posti a consulenza tecnica d’ufficio per mano della procura. Da essi è emerso che i due medici prescrivevano terapie salvavita alla docente senza che vi fosse il requisito della gravità. La procura di Rimini a chiusura indagini ha quindi chiesto il rinvio a giudizio per la docente e i medici, difesi dagli avvocati Rosa Celea, Luca Barillà e Domenico Vadalà del Foro di Reggio Calabria. La parola passa quindi al giudice per l’udienza preliminare, fissata il 7 febbraio 2023.

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