Carenza sui posti di sostegno. Problemi per gli abilitati all’estero

Sostegno, la Uil Scuola lancia l'allarme

Oltre 5.000 ricorsi a cui si aggiungono altri 20.000 abilitati in attesa di vedersi riconoscere il proprio titolo.

Si stima che in tutta Italia, al momento, sono 80.000 le cattedre sostegno ancora vacanti e da assegnare alle quali sarà possibile accedere senza alcun tipo di specializzazione. Un problema, dato che l’anno scolastico partirà tra poco meno di quattro giorni in gran parte delle regioni italiane.

Ad accentuare la problematica sono gli specializzati all’estero, che vedono accettare sempre con maggior ritardo il titolo acquisito lontano dai confini nazionali, rimanendo così in sospeso anche per un anno intero prima di ricevere l’assegnazione della cattedra.

Attualmente la materia è disciplinata dal decreto legislativo 59/2017, e prevede il TFA, ovvero Tirocinio Formativo Attivo. Essi sono delegati alle Università italiane, che bandiscono ogni anno i posti. Ciò ha fatto sì che molti docenti italiani andassero ad abilitarsi all’estero.

Il Ministero dell’Istruzione da un lato non riesce a gestire queste  domande di riconoscimento. Dall’altro non gradisce che si vada ad abilitare all’Estero. Ecco perché ci sono, al momento, oltre 5.000 ricorsi al Tar per ottenere il riconoscimento della propria abilitazione. Sia il Tar del Lazio e sia il Consiglio di Stato accolgono questi ricorsi, ma al momento sono oltre 20.000 gli abilitati in attesa di vedersi riconoscere il proprio titolo.

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