Distinzioni tra popolazione scolastica e non. Il Governo al lavoro per semplificare le norme.
Nella giungla della burocrazia la scuola prova a ripartire, tra incertezze e aule vuote. Le regole da rispettare sono diverse, e non tutti ne hanno un quadro chiaro.
Le norme che si applicano alla popolazione non scolastica sono entrate in vigore lo scorso 31 dicembre e sono diverse per vaccinati o guariti da meno di 4 mesi, vaccinati o guariti da più di 4 mesi e non vaccinati. Regole che sono ben divere da quelle di chi vive gli edifici scolastici, che sia per studio o per lavoro.
Le norme sono diverse a seconda del tipo di istituto – asilo, scuola elementare, media, superiore -, di quanti casi positivi ci sono in classe, del fatto che gli studenti siano vaccinati o meno (per le età in cui è prevista la vaccinazione).
Nella scuola dell’infanzia se nella classe c’è un caso positivo, le attività sono sospese e i bambini sono in quarantena per 10 giorni.
Nella scuola primaria, cioè alle elementari, ci sono diversi scenari. Se c’è un caso positivo in classe, parte la sorveglianza: test antigenico rapido o molecolare quando si scopre il caso di positività, poi un altro dopo 5 giorni dall’ultimo contatto. Se i casi positivi sono due o più, la classe va in quarantena e per 10 giorni le lezioni si svolgono in Dad
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