Dopo la ripresa delle lezioni nelle scuole di Bolzano, da lunedì 9 settembre e per i sette giorni successivi toccherà a tutte le altre: oggi torneranno in classe gli alunni della Provincia autonoma di Trento, mercoledì 11 a quelli di Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Umbria e Valle d’Aosta; il giorno dopo la prima campanella suonerà in Campania, Lombardia, Sardegna e Molise. Gli ultimi a tornare a scuola, lunedì 16 settembre, saranno gli studenti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Liguria, Puglia. A quel punto, saranno oltre 7 milioni gli alunni tornati a scuola. Intanto, dopo il completamento delle immissioni in ruolo (sulla carta circa 45mila, ma nella realtà molte meno), hanno preso il via le operazioni che porteranno a 200-250mila supplenze annuali: da questo versante non arrivano buone notizie, perché si registra “già la presenza di classi di concorso con GPS esaurite. Si tratta di posti che dovranno essere assegnati, con decorrenza inizio delle lezioni, da graduatorie di istituto in cui il posto è disponibile o, in caso, da graduatorie di istituto viciniori. Ultima spiaggia l’interpello, che debutta nella OM n. 88/2024”.
Anief: “Sistema di reclutamento da migliorare”
“La mancanza di aspiranti nelle Gae, nella graduatorie provinciali per le supplenze e anche in quelle d’Istituto la dice lunga su come l’attuale sistema di reclutamento debba essere superato da un sistema di assunzioni più snello e con meno blocchi – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – : se ogni studente della scuola secondaria si ritrova con almeno tre docenti precari e questi arrivano a singhiozzo oppure vengono cambiati in corso d’anno, come accadrà a dicembre per fare spazio ai vincitori del concorso Pnrr, c’è più di qualcosa nell’assegnazione degli insegnanti alle scuola che non funziona”.
I dati del sindacato
Si tratta di un problema di non poco conto, perché va ricordato che la supplentite nella scuola ha raggiunto livelli altissimi: in meno di 10 anni si è passati dal 14% di precari del 2015 a una precarietà record che si attesta tra 25 e il 28%. Con punte del 50% per il sostegno. “Perché – prosegue il sindacalista autonomo – tutti parlano di continuità didattica, ma poi nei fatti si registra solo in piccola parte? Perché ogni anno due alunni con disabilità su tre sono costretti al cambio dell’insegnante spesso neanche specializzato? Il nostro sindacato è sempre più convinto – conclude Pacifico – che sul reclutamento serva una svolta e che questa si raggiunga solo con il ritorno al doppio canale, con la cancellazione degli organici di fatto e con l’assunzione di tutti i precari, come sostiene da tempo l’UE, che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio”.
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