Ridimensionamento scolastico, ferma opposizione della Cgil. Ecco la nota

E’ un “no”ย  secco quello che arriva dalla Cgil Scuola per quanto riguarda il ridimensionamento scolastico. L’organizzazione sindacale, durante l’incontro di informativa al Ministero dell’Istruzione dello scorso 17 giugno, si รจ nuovamente espressa negativamente sui tagli che incombono sul mondo scuola. Al summit erano presenti i Capi Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione e per le risorse umane, finanziarie e strumentali. Sono stati illustrati i motiviย e leย modalitร ย attraverso cui il Governo intende procedere alย dimensionamento della rete scolastica. Ha annunciato che, come previsto dalla norma, a seguito della mancata intesa in Conferenza Unificata, il 30 giugno sarร  emanato un decreto a doppia firma MIM e MEF per lโ€™assegnazione alle regioni delle dotazioni. Lโ€™amministrazione ha ribadito ancora una volta che il percorso รจ stato cosรฌ improntato per dare seguito alle misure previste dal PNRR e che il decreto sarร  in sostanza riproduttivo di quanto stabilito nella legge di bilancio.

“Non si puรฒ sostenere – scrive la Cgil Scuola – che il taglio al servizio scolastico sia connesso alla realizzazione del PNRR: ciรฒ รจ niente di piรน lontano dagli obiettivi di riforma del PNRR, perchรฉ il Piano nazionale di ripresa e resilienza non obbliga ai tagli ma evidenzia la necessitร  di intervenire sul dimensionamento scolastico, come pure sul numero degli alunni per classe, al fine di โ€œfornire soluzioni concrete ad alcuni problemi che le scuole italiane stanno vivendo con particolare sofferenzaโ€.

“Il suggerimento contenuto nel PNRR va dunque in una direzione esattamente opposta a quanto si sta tentando di fare – prosegue la Cgil Scuola – al termine del prossimo triennio le 8.007 istituzioni scolastiche esistenti nel corrente anno scolastico, attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi e sedi, dovrebbero diventare 7.309. Saranno dunque soppresse ben 698 unitร  scolastiche, pari allโ€™8,8% di quelle attualmente esistenti, con pesantissime ripercussioni sul sistema scolastico: oltre al taglio netto di circa 1.400 posti tra dirigenti scolastici e DSGA, si registreranno perdite di organico tra il personale ATA e tra i docenti, un notevole aumento della complessitร  organizzativa (in ordine al numero di sedi e comuni a cui le istituzioni scolastiche dovranno rapportarsi) prevedibili difficoltร  di gestione dellโ€™offerta formativa, soprattutto nelle regioni del Sud, che la logica del PNRR invece avrebbe dovuto maggiormente tutelare e soprattutto in regioni in cui la percentuale dei tagli raggiunge punte elevatissime: del 16% in Campania, 18% in Sardegna e 22% in Calabria e addirittura il 24% in Basilicata. Abbiamo poi sostenuto che non รจ un caso che ilย piano dimensionamentoย sia statoย definito unilateralmente dal Ministero dellโ€™Istruzione e dal MEF, senza il previsto accordo in sede di conferenza unificata, dal momento che gli enti territoriali paventano, a ragione, una diminuzione della qualitร  del servizio scolastico, soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo come gli stessi dimostrano”.

“Riteniamo – conclude la Cgil – importante che, in una fase di accresciuta complessitร  dei compiti attribuiti alle scuole, a partire dallโ€™attuazione delle riforme previste dal PNRR, la scelta di accorpare gli istituti scolastici, aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto senza diminuire il numero degli alunni per classe, non sia certo la soluzione piรน indicata per dare centralitร  alla scuola, migliorare la qualitร  dei processi formativi e combattere la dispersione, ovvero gli obiettivi del PNRR e che il Ministro proclama, solo a parole, di voler conseguire”.