Parere del CSPI su modifiche relative ad alcuni percorsi riguardanti la riforma degli Istituti Tecnici

Nell’adunanza plenaria svoltasi lo scorso 24 giugno, in modalità telematica, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso all’unanimità il parere su alcune modifiche alla riforma degli Istituti Tecnici introdotte, in materia, dal decreto-legge 19/2024 (convertito nella legge 56/2024), modifiche riguardanti precisamente il percorso di Enotecnico e i percorsi afferenti all’area della Formazione Marittima.

Il CSPI nel parere

  • ricorda che sulla riforma degli Istituti Tecnici il Consiglio Superiore si è già espresso con il parere n. 115 del 23.11.2023;
  • apprezza il recepimento della richiesta, formulata nel su indicato parere, di far decorrere il nuovo percorso dall’a.s. 2025/26;
  • auspica che sia accolto il suggerimento di posticipare di un ulteriore anno scolastico (e cioè al 2026/27) l’inizio del nuovo percorso di studi: «Il termine ultimo per la conclusione della riforma degli Istituti Tecnici posto dalla milestone del PNRR al 31.12.2024, infatti, è ormai diventato troppo ravvicinato e l’iter di approvazione del dPR e degli ulteriori adempimenti che conseguono alla sua approvazione è piuttosto lungo e complesso, con effetti su tutte le attività di orientamento in vista delle iscrizioni, nonché di programmazione territoriale dell’offerta formativa»;
  • sottolinea nuovamente come sia fondamentale che gli Istituti Tecnici siano messi nelle condizioni di informare in tempi congrui l’utenza in merito alle novità introdotte dalla riforma, per non vanificare uno degli obiettivi del progetto di riforma ovvero quello di implementare le iscrizioni ai percorsi proposti nel quadro di un significativo rilancio dell’istruzione tecnica;
  • riconosce che quanto oggetto della recente integrazione legislativa – negli specifici percorsi di Enotecnico e per la Formazione Marittima – permette di adottare un assetto ordinamentale coerente con l’impianto normativo dei rispettivi settori e di garantire l’adeguatezza dei profili di uscita di tali percorsi alle esigenze dei settori produttivi e del mondo del lavoro.