Fa cadere studente per sedare una lite: docente prima condannata, poi vince il ricorso

Fa cadere studente per sedare una lite: docente prima condannata, poi vince il ricorso

Voleva sedare una lite tra due studenti, ma è finito nei guai giudiziari una docente che con il suo intervento ha fatto cadere un bambino. L’insegnante aveva afferrato per un braccio un bambino, impegnato in una lite con altri compagni, al fine di portarlo fuori l’aula, facendolo cadere mentre lo tirava. L’alunno è tornato successivamente in classe, zoppicando.

La condanna in Appello

Per questa vicenda l’insegnante è stata prima denunciata e poi condannata dalla Corte territoriale. Il Tribunale aveva ricordato che l’intervento per sedare una lite tra di loro, fa parte del dovere istituzionale dell’insegnante, ma l’azione, che può prevedere una “qualche coazione fisica”, va calibrata. Nel caso specifico, secondo la Corte d’Appello, “la forza concretamente esercitata dalla maestra” aveva superato i limiti ammessi, con il pericolo che il bambino potesse ferirsi.

Il parere della Cassazione

Fortunatamente per l’insegnante, la Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso per un reato che deve prevedere il dolo. I giudici di legittimità escludono che la forza fisica, pur considerata eccessiva, sia sufficiente a far scattare il reato, quando il fine, del tutto lecito, era quello di separare scolari sempre più agitati ed evitare un’escalation della zuffa.