“Siamo di fronte a un piano pericoloso per la scuola italiana e per le comunitร territoriali che per questo suscita in noi un forte allarme per le disastrose conseguenze che giร si intravedono dai primi provvedimenti che sono giร stati posti in essere per il dimensionamento del prossimo anno scolastico”. Queste parole accompagnano la lettera che il Segretario Generale della FLC CGILย Gianna Fracassiย ha inviato al Presidente dellโAssociazione Nazionale Comuni Italiani, Antonio Decaro, e alย Presidente delle Regioni e delle Province Autonome,ย Massimiliano Fedriga, per chiedere loro unย confrontoย sulย dimensionamento scolastico.
“Riteniamo – prosegue la lettera – che giร gli interventi degli anni passati, risalenti al 2011, abbiano inferto un durissimo colpo alle autonomie scolastiche che, da allora, in un decennio sono diminuite di circa 2000 unitร e sono entrate in una situazione di grande difficoltร gestionale per lโaumento delle dimensioni, del personale e degli alunni da gestire, degli Enti Locali (talora anche piรน di 15) con cui relazionarsi in termini di sicurezza, edilizia, manutenzione, servizi in generale. Ove questo processo dovesse andare avanti, ne deriverebbe un ulteriore inevitabile peggioramento della qualitร dellโofferta formativa, soprattutto nelle situazioni giร oggi in sofferenza culturale, sociale ed economica. Si pensi ai territori del nostro Mezzogiorno – il piรน colpito da queste misure – dove, in tantissimi comuni, il venir meno del presidio scolastico, seppure presente con plessi e succursali ma privato del centro dirigenziale e amministrativo, non puรฒ che avere riflessi negativi per le comunitร locali”.
Secondo le elaborazioni effettuate da Cgil Scuola, al termine del primo triennio di applicazione dei coefficienti previsti dalla legge di Bilancio, (a.s. 2026-27), il numero delle istituzioni scolastiche funzionanti sul territorio nazionale passerร dallโattuale consistenza di 8007 scuole a 7309 nellโanno scolastico 2026/27, con un taglio di ben 698 scuole, corrispondente ad un decremento percentuale dellโ8,8% su scala nazionale, con punte che toccano il 28,7% in Basilicata, 22,3% in Calabria, 18,1% in Sardegna e 16% in Campania, solo per citare i casi piรน eclatanti.




