
Vittoria legale per docenti e ATA precarie sul cosiddetto โbonus mammeโ, una misura di sostegno al reddito prevista dalla Legge di Bilancio 2024. Tale bonus, istituito per favorire le lavoratrici madri a tempo indeterminato, consiste nellโesonero fino a 3.000 euro annui dei contributi previdenziali per invaliditร , vecchiaia e superstiti.
Il Tribunale di Lodi ha, perรฒ, ritenuto che questo diritto debba spettare anche alle lavoratrici a tempo determinato, riconoscendo la misura a una docente madre di due figli con contratto di lavoro precario.
โIn una sentenza di grande rilievo,ย โ ci comunica il sindacatoย โ il Tribunale di Lodi ha stabilito che lโesclusione delle lavoratrici madri precarie dallโesonero contributivo viola la clausola 4, comma 1, dellโaccordo quadro allegato alla Direttiva CE del 1999โณ.
La clausola, ricordiamo, sancisce il principio di non discriminazione, imponendo che i lavoratori a tempo determinato non possano essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato comparabili.
La causa, patrocinata dagli avvocati Nicola Zampieri, Giovanni Rinaldi, Walter Miceli e Fabio Ganci, assume notevole rilievo per i diritti delle lavoratrici madri eโrappresenta โ si legge nel comunicato โ una conquista fondamentale verso la paritร di trattamento tra personale precario e di ruoloโ.
Ora lo Stato italiano dovrร reperire 200 milioni di euro per il 2024 e ulteriori 200 milioni di euro per il 2025, necessari a garantire lโestensione del beneficio anche alle madri precarie. Se ciรฒ non accadrร , ogni lavoratrice madre di due o piรน figli potrร ricorrere in giudizio per ottenere lโesonero contributivo fino a 3.000 euro. ร importante, infine, sottolineare che la vittoria riguarda sia gli insegnanti che gli ATA.
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