
Il tema della bocciatura scolastica continua a sollevare dibattiti, soprattutto quando coinvolge studenti con difficoltà specifiche di apprendimento o in situazioni particolari. Recentemente, il Tar dell’Abruzzo ha deciso di sospendere la bocciatura di due studenti sedicenni, obbligando l’istituto superiore di Pescara a riammetterli al quarto anno. Questa decisione potrebbe segnare un precedente importante per il sistema scolastico italiano.
Le condizioni per una bocciatura legittima
Secondo la normativa vigente, bocciare uno studente è perfettamente lecito, soprattutto dopo i 16 anni, quando lo studente ha ormai superato il periodo di obbligo scolastico. Tuttavia, affinché la bocciatura sia considerata legittima, il Consiglio di classe deve rispettare alcune condizioni fondamentali. È necessario che vengano chiaramente motivate le ragioni alla base del provvedimento, e che venga verificato se, nel caso di alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) o con necessità di sostegno, siano state adottate tutte le misure compensative e dispensative previste.
Quando queste misure non sono adeguatamente documentate, la bocciatura può diventare un terreno fertile per ricorsi legali. Se il Consiglio di classe non ha rispettato le normative relative ai DSA o alle misure di supporto, la decisione di bocciare uno studente potrebbe essere revocata da un giudice, come è successo nel caso di due ragazzi bocciati a Pescara.
Il caso dei due studenti bocciati
I due ragazzi coinvolti nel ricorso erano entrambi sedicenni e compagni di classe. Entrambi erano stati bocciati alla fine del terzo anno di scuola superiore a causa di due insufficienze in Matematica e Fisica. I genitori hanno presentato ricorso, evidenziando la mancanza di una motivazione adeguata nella decisione. Uno dei ragazzi aveva anche un disturbo specifico di apprendimento (DSA), ma la scuola non aveva fornito alcuna documentazione circa l’adozione delle misure di supporto necessarie.
Il presidente del Collegio dei giudici amministrativi ha accolto i ricorsi, sottolineando che la bocciatura non era stata adeguatamente motivata. Secondo il dispositivo della sentenza, la decisione di non ammettere gli studenti alla classe successiva doveva essere accompagnata da una motivazione più approfondita, che non si limitasse a constatare l’insufficienza in alcune materie, ma che tenesse conto delle difficoltà individuali degli studenti e delle misure adottate per sostenerli.
Una decisione che potrebbe fare scuola
La decisione del Tar dell’Abruzzo potrebbe avere un impatto significativo sulla gestione delle bocciature nelle scuole superiori. Se in passato la bocciatura è stata una misura adottata con relativa frequenza, ora, grazie alla sentenza del Tar, potrebbe essere più difficile applicarla senza una documentazione adeguata e senza aver preso in considerazione le esigenze specifiche degli studenti, in particolare quelli con DSA o altre difficoltà.
L’avvocato Anna Olivieri, che ha difeso uno dei ragazzi, ha spiegato che il Consiglio dei docenti si era limitato a scrivere che il ragazzo non aveva raggiunto la sufficienza in due materie, senza fornire una motivazione dettagliata sul percorso scolastico del giovane. Secondo l’avvocato, sarebbe stato necessario spiegare come i professori avessero cercato di facilitare l’apprendimento del ragazzo e se erano state adottate tutte le misure per alleviare le sue difficoltà.
Il caso degli studenti con DSA
Per l’altro ragazzo coinvolto nel ricorso, che aveva un disturbo specifico di apprendimento, i giudici hanno rilevato che la scuola non aveva adottato le misure di supporto previste per gli studenti con DSA. Questi studenti hanno diritto a strumenti compensativi e a misure dispensative, che la scuola non aveva messo in atto, violando così i diritti del giovane.
Conclusioni e possibili implicazioni future
La sentenza del Tar dell’Abruzzo pone l’accento sulla necessità di una maggiore attenzione da parte delle scuole nell’adottare misure personalizzate per gli studenti, soprattutto quelli con difficoltà di apprendimento. È probabile che questa decisione diventi un punto di riferimento per futuri ricorsi, facendo sì che le bocciature nelle scuole superiori diventino sempre più difficili da giustificare senza un’adeguata motivazione e senza aver garantito il pieno rispetto delle normative sull’inclusione scolastica.
La sentenza ha, inoltre, rinforzato la protezione degli studenti con DSA, ribadendo che la scuola ha il dovere di fornire tutti gli strumenti necessari per supportare questi ragazzi nel loro percorso educativo.
The post Bocciati a scuola: Tar sospende provvedimento first appeared on Scuola Mag.