Non si placa il ciclone mediatico attorno alla docente di storia e filosofia destituita da scuola dopo la sentenza della Corte di Cassazione. Una vicenda che si trascina dal 2013, quando tre ispettrici del Miur vennero inviate in una scuola secondaria di II grado di Chioggia, su segnalazione del dirigente scolastico, per valutare l’insegnante.
A parlare dei metodi della docente, al quotidiano La Repubblica, è Francesca, una sua ex studentessa: “È stata la mia docente di filosofia al terzo anno di liceo, ma non l’avrò vista più di dieci volte – racconta Francesca -. Durante il terzo anno di liceo, la docente appariva in aula saltuariamente. Le sue prolungate assenze erano giustificate da malattie che, a detta dei colleghi docenti, la costringevano a rimanere a casa”.
“Non ha mai seguito il programma didattico – prosegue -, non spiegava, non aveva neppure i libri di testo. Parlava di tribunali che la perseguitavano. L’ho rivista nei corridoi e in sala professori, ma per me era una quasi sconosciuta”.
Non ha mai instaurato un rapporto con noi, non ne aveva neanche il tempo, tanto che, spesso, sbagliava i nostri nomi perché nemmeno ci conosceva – conclude – Le poche interrogazioni erano campate in aria: non ci spiegava nessun autore di filosofia, ma magicamente prendevamo tutti 9 e 10. Ci metteva voti alti per evitare che potessimo lamentarci”.