Smartphone sequestrato a scuola, padre dello studente denuncia docente e dirigente

La circolare ministeriale non prevede metodi coercitivi. Illegittimo sequestrare il dispositivo.

Non si placano le polemiche attorno all’utilizzo dei telefonini all’interno delle aule degli istituti scolastici italiani. Critiche che nascono soprattutto dalla circolare emanata dal Ministero dell’Istruzione nei mesi scorsi, in cui però si lasciano linee guida troppo generiche sulle misure d’intervento da parte dei docenti e dei dirigenti.

Lo dimostra una vicenda accaduta in una scuola del Trentino, riportata dal quotidiano L’Adige. Durante l’ora di insegnamento della religione cattolica, uno smartphone di un alunno undicenne è squillato in classe nel momento della spiegazione.

A quel punto l’insegnante è intervenuta requisendo il device. Una decisione che ha portato il padre dell’alunno a rivolgersi a un istituto legale per procedere contro l’insegnante e la dirigente scolastica.

L’uomo ha sì ribadito la colpevolezza del figlio, e la necessità di punirlo anche con una nota disciplinare. Tuttavia ha rimarcato il fatto che il sequestro del telefonino è un atto illegittimo, e non previsto dalla normativa vigente. “Le linee guida del ministero e il garante della privacy – spiega l’uomo – sostengono chiaramente che la scuola può proibire l’uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l’insegnante non può provvedere al sequestro”.

Ma cosa riporta di preciso la circolare a firma del ministro, Giuseppe Valditara? Ecco il suo contenuto: “È confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007. Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi”. L’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.

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