Il padre della ragazza è pronto a chiedere 200mila euro di risarcimento.
Arriva da Sulmona, in Provincia dell’Aquila, l’ennesima notizia di appelli rivolti al Tar dagli studenti, legati alla valutazione finale del proprio percorso di studio che culmina con l’Esame di Stato. Al centro della vicenda, come spesso accade in questi casi, vi è un 100 mancato tra i banchi ma acquisito nella sede del tribunale in un secondo momento.
Il Tar, pochi giorni fa, ha difatti annullato il verbale d’esame e imposto alla scuola di assegnare il massimo dei voti a una studentessa diplomatasi l’estate scorsa al corso quadriennale del liceo Fermi di Sulmona. La ragazza, infatti, aveva conseguito la maturità con il voto di 98/100.
Alla base della sentenza ci sarebbe un errore di puro calcolo: nella prova orale la ragazza aveva ottenuto un 7, due 6 e due 3, che, fa 25 e non 23 come riportato nel verbale. Un errore di calcolo trascinato fino al voto finale che si è fermato a 98.
Il Miur è stato così condannato a pagare 1.500 euro di spese legali, mentre alla studentessa è stato consegnato il 100 ma non la lode. La battaglia legale però non terminerà qui, visto che il padre della giovane ha fatto già sapere di chiedere un risarcimento di 200mila euro.
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